Arrivato a Panama City, dopo 160km, mi sono rilassato un attimo chiacchierando su whatsapp cn gli amici, ma in questi casi il tempo vola e in un attimo era buio e non avevo dove dormire, di nuovo. Sono andato subito a chiedere in una grossa chiesa, che mi ha negato il campeggio sul proprio prato, ma mi ha dato un indirizzo al quale avrei potuto dormire. Arrivato all’ indirizzo mi rendo conto di essere davanti ad una "mission", una specie di accoglienza per i senza tetto, ma ormai è buio e non ho alternativa! Mi sn fatto la doccia e ho dormito in uno stanzone con tanti materassi per terra, mi è anche stato offerto del cibo ma per rispetto ho rifiutato. I pensieri dal basso di quel materasso erano tanti e per la prima volta mi sono vergognato del mio viaggio, che, per quanto umile, era irraggiungibile per quelle persone! La mattina seguente, sveglia alle 5 e via subito a pedalare! Le fatica non esiste! (cit.) Soprattutto dopo aver visto in faccia i veri problemi.
In un attimo dalla grande città mi sono trovato in una paradisiaca riviera, fatta di sabbia bianca, palme e mare caraibico! Dopo aver fatto il primo vero bagno della mia partenza sono andato a casa di una ragazza francese che convive qui cn il suo ragazzo americano che produce in casa un ottima birra artigianale. Per cena si sono aggiunti altri amici, tra i quali uno chef brasiliano che ha cucinato una perfetta pasta alla carbonara!!
Panama City