L’india non sono mai riuscito ad immaginarmela veramente, dai racconti e le immagini che ho sempre visto avevo un’idea di un posto non molto facile, eppure ho conosciuto tantissime persone che hanno passato qui vari mesi, e mi parlavano con la voglia di ritornarci presto.
Bene, finalmente posso vivere questo posto di persona; parto di buon ora dall’aereoporto, in cui ho passato la notte e mi metto a pedalare per la mia strada, faccio un paio di stop per mettere qualcosa sotto i denti e subito mi rendo conto di cosa voglia dire pedalare in India con una bicicletta carica di bagagli e una tutina aderente color rosso. Appena mi fermo, ho giusto qualche secondo per respirare prima che una decina di persone mi circondano, alcune fanno le classiche domande ma la maggioranza semplicemente mi fissa senza espressione alcuna, la cosa non mi mette proprio a mio agio e mangio velocemente per togliermi dal centro dell’attenzione.
La sera, passando di fronte ad una stazione dei pompieri, decido di provare a chiedere il permesso di sistemarmi qui, come facevo in centro e sud america. Dopo varie peripezie e parecchi fastidi dati dalla mia stanchezza e la curiosità della gente, la polizia mi paga un hotel, il secondo giorno ci riprovo e cosi via per i primi cinque giorni riesco a risparmiare sull’alloggio. Ora sono arrivato a Varanasi, quì ho pagato un paio di notti in un dormitorio e ho iniziato a visitare questo posto magico, questa è la città dove tutti gli indiani vengono a morire.
E` una tradizione antichissima e vedere questi fuochi crematori di persona è veramente emozionante. Ho anche visto il fuoco originale, dal quale vengono accesi i vari altri fuochi crematori e che sarebbe acceso da vari secoli senza mai essere stato spento.
India