"Htamin sa pi bi la" è uno dei saluti più diffusi qui in Birmania e significa esattamente "hai mangiato?", questo la dice lunga sull’ospitalità e l’aiuto reciproco che caratterizza questo paese ed in questi giorni ho avuto la possibilità di scoprirlo di persona. Ho deciso di passare qualche giorno al mare, la spiaggia cominciava a mancarmi, mi sono diretto a sud, avendo già pedalato in questa strada ho deciso di caricare la bici su uno dei loro vecchi e particolari treni, ovviamente pagando solo la classe economica per finire cosi in mezzo alla gente normale, che tanto mi piace. Dopo nove ore di treno e qualche altro chilometro pedalato sono arrivato alla spiaggia più vicina, ma, per via delle festività l’ho trovata completamente invasa da ragazzi danzanti e anche un po’ alticci. Ho continuato la mia ricerca arando la spiaggia con la mia pesante bici e, cercando di allontanarmi il più possibile dalla festa, mi sono fermato solo per via di una rientranza del mare che limitava il passaggio. Senza neanche dover pensare più di tanto, poco dopo è arrivato un pescatore, che senza chiedere mi ha fatto cenno di passargli la bicicletta per aiutarmi ad attraversare il limite. A quel punto pensai che un ottimo modo per ringraziarlo sarebbe potuto essere comprare un po’ di pesce appena pescato, lui mi riempe una borsa e assolutamente non accetta nessun soldo… da quel momento ho pensato "benvenuto nel vero Myanmar"!
Per due giorni ho vissuto su questa spiaggia, lontano dalla normale civiltà, solo un piccolo villaggio di pescatori sorridenti e bambini che giocano liberi a rincorrersi; in questo posto, circondato da ben tre templi, non ho avuto problemi a recuperare acqua, cibo e buona compagnia.
Ora sono tornato a Yangon, ho finalmente richiesto il mio visto per l’India, ora sono finalmente più tranquillo; adesso non ci resta che dedicare i miei prossimi giorni a pedalare verso la magica Bagan.
Il vero Myanmar