Pedalare per 200km nel deserto per me equivale ad un’intensa meditazione, dove il corpo si stacca dal pensiero, la fatica non si sente e la mente è veramente libera di pensare. Avendo poca gente che mi ospita in questa tratta, le giornate risultano abbastanza simili, mi sveglio al sorgere del sole, incomincio ad arrotolare sacco a pelo e materassino, mi rimetto i miei vestiti che non vedono il sapone da ormai troppo tempo e carico la bici per saltare in sella il prima possibile. Normalmente cerco di dormire in qualche città, in modo da poter recuperare facilmente acqua e cibo la sera o la mattina prima di partire. I due principali problemi di questo deserto sono i camion e i cani, i camion sono larghi praticamente come la carreggiata e conviverci non è affatto facile, suonano senza regola e mi costringono a scendere dalla strada. Per i cani invece, come già avevo letto su altri blog, in questo paese sembrerebbero particolarmente interessati alle biciclette e si divertono a corrergli dietro, anche per centinaia di metri, ringhiando in maniera poco rassicurante e talvolta dando qualche morsicata alle varie borse. In questo momento mi trovo a Camanà, penultima tappa del Perù e mi sto riprendendo da una simpatica dissenteria che mi ha già fatto perdere una giornata intera chiuso in un albergo e spero vivamente passi in fretta.
Il deserto peruviano