Colui che cerca con curiosità scopre che questo di per sé è una meraviglia.
Vi siete mai sentiti euforici, su di giri, completamente dentro il momento che state vivendo? Come quando di ritorno da una bella serata d’estate guidate la macchina sulla strada deserta e alla radio passano la vostra canzone preferita. C’è quell’istante in cui vi viene voglia di schiacciare il piede sull’acceleratore, in cui vi sentite al 100 per cento senza una ragione particolare, se non quella bella serata, quella bella musica e quella bella atmosfera. Ecco, io mi sono sentito così per un intero anno. Il 19 luglio 2015 sono partito per fare il giro del mondo in bicicletta. Sono tornato un anno dopo con 35.000 chilometri nelle gambe e i timbri di 35 paesi sul passaporto; ho pagato l’alloggio per dormire solo per 10 notti e ho conosciuto un’infinità di “fratelli”.
Dopo essere rimasto bloccato a Doha per 48 ore sono finalmente arrivato a Istanbul, per definizione è il punto di congiunzione tra Oriente e Occidente, quindi l’inizio dell’Europa. Ho visitato la città e mi sono rimesso subito in sella, ho appena 20 giorni e circa 2200km per ritornare a casa!
Le ultime colline lungo la costa sono state fantastiche, lì, l’ inverno si sentiva meno e campeggiare in tenda non era più un problema, soprattutto perchè quando chiedevo un posto sicuro dove campeggiare mi offrivano anche cena e colazione. La generosità sud africana mi ha proprio sorpreso!
Pedalando lungo la strada che porta a Cape Town mi stavo iniziando ad annoiare, la zona desertica ormai prossima prevedeva sempre meno centri abitati, così ho deciso di seguire alcuni consigli recuperati in questi giorni e di svoltare per la strada costiera.
Dopo essere atterrato nel mio ultimo continente, ho passato la prima sera in compagnia di Jack, abbiamo cenato e ho passato la prima notte nella sua depandance; il Sud Africa è la parte di questo continente più industrializzata e non è difficile trovare quel che si cerca, comprese le buone persone.